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Sanificazione ambientale: effetti su oggetti e superfici

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Sanificazione ambientale: effetti su oggetti e superfici
Sanificazione ambientale: effetti su oggetti e superfici

La sanificazione dell’aria e delle superfici è un’attività che in molte strutture, come quelle ospedaliere, viene eseguita quotidianamente per garantire a tutte le persone che si trovano all’interno della struttura ambienti sani e più sicuri.

L’emergenza del SARS-CoV-2 ha aumentato la sensibilità riguardo a questo tema anche in tutti gli altri settori: è importante sottolineare che questa attività è fondamentale non solo per diminuire i rischi di contagio, ma anche e soprattutto per migliorare la qualità dell’aria dell’ambiente, con conseguente diminuzione delle malattie dei dipendenti e miglioramento della loro qualità di vita.

Oggigiorno si sente parlare spesso dei numerosi benefici dell’attività di sanificazione ambientale: eliminazione di virus, batteri, muffe, spore, funghi, agenti patogeni e/o inquinanti, cattivi odori, insetti infestanti etc.

Quando si pensa alle straordinarie capacità di alcune sostanze quali: ozono, perossido di idrogeno e tutte quelle indicate nella circolare del Ministero della Salute (Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020) come “sostanze idonee” per la sanificazione e disinfezione delle superfici (es. trattamenti mediante l’utilizzo di cloro attivo, oppure tramite l’uso di radiazioni ultraviolette) non possiamo non porci domande quali:

“Che effetti hanno questi “super prodotti” (in grado di deteriorare e distruggere numerosi microrganismi) sulle superfici, gli oggetti e i materiali con cui entrano in contatto?”

“Possono causare danni ad oggetti, tessuti e a tutti i materiali presenti all’interno dell’ambiente da sanificare?”

“Danneggiano i dispositivi elettronici, ormai presenti in buona parte degli studi medici specialistici e/o policlinici?”

La risposta a tutte queste domande varia in relazione a diversi fattori tra cui:

  • Il prodotto disinfettante usato
  • Il metodo di sanificazione / disinfezione, la quantità di prodotto e il tempo di esposizione
  • La certificazione e l’uso appropriato dei macchinari.

Vediamo ora quali possono essere le cause che portano ai cosiddetti “effetti negativi” della sanificazione, ossia al danneggiamento degli oggetti, delle superfici e dei materiali presenti all’interno dell’ambiente.

Analizzando questi fattori è possibile indagare sugli effetti che la sanificazione ha su oggetti, superfici e materiali.

Fattori che incidono sugli effetti della sanificazione:

Il prodotto disinfettante usato

I prodotti indicati nella circolare del Ministero della Salute (Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020) per sanificare l’aria e le superfici di un ambiente sono: ozono, perossido di idrogeno, cloro attivo e radiazioni ultraviolette.

Il perossido di idrogeno è una sostanza biocida riconosciuta dall’ECHA (European Chemical Agency). Secondo l’articolo 3 del Regolamento (UE) N. 528/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 maggio 2012 (BPR) sono definite “biocida” le sostanze o miscele in grado di “distruggere, eliminare e rendere innocuo, impedire l’azione o esercitare altri effetti di controllo su qualsiasi organismo nocivo, con qualsiasi mezzo diverso dalla mera azione fisica o meccanica”.

Il cloro attivo, come per esempio quello rilasciato dall’acido ipocloroso, e l’ozono sono invece sostante in fase di revisione ai sensi del BPR (non sono quindi ancora state eseguite tutte le verifiche previste dal regolamento) come biocida in diverse applicazioni, tra cui anche quella di disinfezione delle superfici.

Le radiazioni ultraviolette invece, disinfettano le superfici tramite azione fisica, non rientrano quindi secondo il BPR nella definizione di sostanza biocida, che contempla, come già detto, “qualsiasi mezzo diverso dalla mera azione fisica o meccanica”.

Tutte queste sostanze, se usate in modo scorretto, da personale non qualificato che non conosce gli effetti che possono provocare, sono potenzialmente nocive per l’uomo: possono infatti causare irritazioni alla pelle, alle mucose, agli occhi e problemi alle vie respiratorie. Inoltre, in relazione al processo di ossidazione azionato da queste sostanze, in seguito all’esposizione prolungata, possono provocare effetti negativi anche su materiali, oggetti e superfici, come, per esempio, alcune alterazioni quali: ossidazione, sbiancamento o variazione del colore, degradazione di dispositivi elettronici quali dispositivi elettromedicali, computer e macchinari tecnologici.

Per evitare gli effetti negativi di queste sostanze, è dunque molto importate valutare l’ambiente da sottoporre al trattamento di sanificazione al fine di scegliere la tecnologia più adatta alle caratteristiche della struttura e attuare il corretto protocollo operativo.

Il metodo di sanificazione / disinfezione, la quantità di prodotto e il tempo di esposizione

 

I metodi di disinfezione sono numerosi. Il perossido di idrogeno può essere usato in soluzione acquosa (nella sua forma liquida), oppure in aerosol.

Il cloro attivo viene nella maggior parte dei casi impiegato allo stato liquido come candeggiante, oppure nebulizzato tramite appositi macchinari.

L’ozono è un gas e viene erogato da generatori specifici fino al raggiungimento della saturazione dell’aria nell’ambiente da trattare.

La disinfezione con raggi ultravioletti avviene tramite le apposite lampade (chiamate lampade germicide).

L’efficacia di queste tecnologie, ed i loro possibili effetti negativi sulle superfici, dipendono dalla quantità di prodotto erogata e dal tempo in cui gli oggetti e i materiali sono esposti. Per questo motivo è molto importante seguire le indicazioni delle case produttrici dei macchinari (o dei prodotti) prima di intraprendere l’attività di sanificazione.

Per fare degli esempi, vediamo alcuni effetti “negativi” che possono essere causati da queste sostanze.

A seguito del frequente utilizzo e a causa di un’esposizione prolungata nel tempo, le radiazioni UV-C possono causare i seguenti effetti negativi: rapido deterioramento degli isolamenti e delle guarnizioni in plastica e di altri materiali. Ingiallimento di materiali plastici esposti per lungo tempo, specialmente se di colore bianco (anche se a differenza dei raggi solari le radiazioni UV-C non trasmettono calore).

Il cloro attivo può causare la corrosione dei metalli e l’alterazione di alcuni materiali plastici. Viene inoltre sconsigliato l’utilizzo di prodotti a base di cloro per la disinfezione di ambienti in cui sono presenti superfici pregiate, quali: marmi, superfici metalliche, legno decorato, in quanto il suo potere altamente ossidante può provocare alterazioni cromatiche.

L’ozono può avere effetti negativi e causare il degradamento di alcuni materiali come: le gomme naturali, alcuni polimeri sintetici come il nylon; può accelerare l’ossidazione dell’ottone ed un’eccessiva esposizione ad esso (per tempi di esposizione o per concentrazione) può danneggiare i dispositivi elettronici.

Il perossido di idrogeno, in relazione alle caratteristiche del macchinario utilizzato, può creare un effetto “nebbia / bagnato” e generare umidità nell’ambiente, danneggiando alcune plastiche, le apparecchiature elettroniche, i dispositivi elettromedicali e alcune leghe metalliche sensibili alla corrosione. Se invece viene erogato sotto forma di “nebbia secca” (ottenuta atomizzando le particelle di perossido di idrogeno a dimensioni inferiori al micron), è completamente sicuro per la disinfezione di oggetti sensibili al calore e all’umidità. Il perossido di idrogeno atomizzato viene pertanto indicato per la sanificazione di materiali termosensibili e non immergibili, come i dispositivi elettromedicali e altamente tecnologici.

L’importanza della certificazione dei macchinari

La certificazione dei macchinari per la sanificazione di aria e superfici garantisce la sicurezza di questi sistemi, sia per le persone che li utilizzano che per le superfici e gli oggetti che entrano in contatto con il disinfettante erogato.

Tutti i prodotti e i macchinari che noi di GEA proponiamo sono professionali, certificati e testati in ambienti di ogni tipo.
Sono pertanto idonei alla sanificazione per uso industriale, residenziale, scolastico, alimentare, del trasporto e per il settore sanitario. Non lasciano residui tossici da smaltire e non danneggiano le superfici, i materiali e gli oggetti con cui entrano in contatto: sono testati per essere applicati anche in luoghi in cui sono presenti apparecchiature elettroniche come pc, server e dispositivi elettromedicali e sono idonei per sanificare anche le superfici che entrano in contatto con gli alimenti.

Utilizziamo il perossido di idrogeno stabilizzato sotto forma di “nebbia secca”. Gli atomizzatori sono molto potenti e atomizzano il perossido di idrogeno in micro particelle di 0,15 micron, dimensione che permette di raggiungere una disinfezione profonda, fino a livello Log6 (99,9999%).

I generatori di ozono che utilizziamo e vendiamo sono progettati per produrre la giusta quantità di ozono e per programmare il tempo di attività del macchinario al fine di garantire la sanificazione in completa sicurezza. Producono solo ed esclusivamente ozono e, a differenza di altri macchinari disponibili sul mercato, non co-generano sostanze tossiche quali ossidi e biossido d’azoto (inquinanti conosciuti per la loro tossicità); inoltre, non emettono radiazioni ultraviolette cancerogene. I generatori che producono ozono co-generando gas secondari tossici ed inquinanti (i NOX – ossidi e biossidi di azoto) richiedono ulteriori trattamenti per rendere nuovamente sicuro l’ambiente sanificato (es. trattamento con elementi catalitici, apertura finestre e abbondante ricambio aria, ecc.). Con i generatori di ozono utilizzati e venduti da noi invece, è solo necessario attendere il tempo utile per la riconversione spontanea dell’ozono in ossigeno (in alcuni modelli è possibile accelerare anche questo processo con una funzionalità apposita).

La sanificazione ambientale può danneggiare materiali, superfici e oggetti?

Come abbiamo visto, i fattori che possono incidere sugli effetti della sanificazione sono:

  • Il prodotto disinfettante utilizzato
  • Il metodo di sanificazione / disinfezione, la quantità di prodotto e il tempo di esposizione
  • La certificazione e l’uso appropriato dei macchinari.

Dopo averli analizzati, possiamo concludere che la risposta alla domanda “La sanificazione ambientale può danneggiare materiali, superfici e oggetti?” è quindi duplice:

  • Nel caso in cui i disinfettanti e i macchinari non abbiano certificazioni o garanzie di conformità alle leggi europee, siano utilizzati da persone non specializzate e/o in caso di utilizzo di tecnologie non idonee all’ambiente da trattare, la risposta è SI: è probabile che queste sostanze abbiano effetti negativi su materiali, le superfici e gli oggetti, senza avere la garanzia di un’effettiva sanificazione.
  • Nel caso in cui i macchinari e i prodotti utilizzati siano certificati e testati negli ambienti da trattare, siano utilizzati da personale qualificato che sa calcolare il giusto tempo di erogazione degli atomizzatori di perossido di idrogeno (o dei generatori di ozono)e il giusto tempo di contatto di queste sostanze, come nel caso dei nostri operatori (i quali sono in possesso del patentino di Tecnici Ambientali in Biosicurezza) la risposta è NO: la sanificazione non porta a nessun effetto negativo, i materiali, le superfici e gli oggetti sono al sicuro
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