Disinfezione ambientale è il termine che viene usato per indicare il complesso di operazioni messe in atto con il fine di eliminare gli agenti patogeni (escluse le spore batteriche) presenti nell’aria, sulle superfici e nelle acque al fine di rendere gli ambienti salubri o, se eseguita nelle acque, per farle diventare potabili.
La disinfezione di un ambiente può essere eseguita con mezzi fisici, chiamata sterilizzazione, o chimici, attraverso l’uso di prodotti specifici.
In relazione alla tipologia di disinfezione eseguita (chimica o fisica) e al disinfettante scelto, è possibile raggiungere diversi livelli (o gradi) di disinfezione.
Tipologie di disinfettanti
Esistono diversi tipi di disinfettanti:
- per l’igiene umana, chiamati anche antisettici (per la pelle e le ferite),
- per l’igiene veterinaria,
- per il settore alimentare dell’uomo o degli animali (usati per sanificare attrezzature per la produzione, il trasporto, la conservazione o il consumo di mangimi o alimenti),
- prodotti per la disinfezione delle acque
- disinfettanti per sanificazione dell’aria e delle superfici degli ambienti.
In questa sede approfondiremo la conoscenza di quest’ultima tipologia: i disinfettanti per la sanificazione degli ambienti.
Mezzi per eseguire la disinfezione di un ambiente
I mezzi per eseguire la disinfezione ambientale possono essere naturali o artificiali.
Tra i mezzi naturali troviamo:
- Radiazione solare: (per tutti quei microrganismi che sono sensibili all’azione disinfettante dei raggi UV).
- Essiccamento: tecnica che provoca l’evaporazione del protoplasma.
- Variazioni brusche di temperatura
- Concorrenza vitale con altri microrganismi
- La diluizione, ossia la concentrazione nell’ambiente di agenti patogeni è tanto bassa da non creare malattie all’uomo.
La disinfezione ambientale eseguita con mezzi artificiali invece può essere fisica o chimica.
La disinfezione artificiale fisica viene eseguita principalmente con il calore o con le radiazioni, nello specifico:
- Calore “secco”, per esempio le stufe a secco.
- Calore “umido”, nei casi in cui i materiali non si danneggino con l’umidità, per esempio la disinfezione in autoclave, metodo che per mezzo del calore sfrutta la pressione per disinfettare.
- Raggi UV-C: lo strumento maggiormente utilizzato sono le lampade germicide a bassa pressione di mercurio (UVC).
La disinfezione artificiale chimica invece, viene eseguita con prodotti disinfettanti (organici e inorganici) sotto forma di gas (aerosol) o liquido.
Livelli di disinfezione ambientale
In base alla capacità della sostanza di distruggere più tipologie di microrganismi si può raggiungere diversi gradi di disinfezione ambientale: basso, medio, alto.
- Livello di disinfezione basso: quando il prodotto è efficace contro numerosi batteri, alcuni virus e funghi ma non è in grado di uccidere le spore batteriche e i bacilli tubercolari.
- Livello di disinfezione medio: quando il disinfettante inattiva alcuni virus, i micobatteri, le forme vegetative dei batteri, i bacilli tubercolari e alcuni funghi.
- Livello di disinfezione alto: quando il prodotto è in grado di eliminare tutte le forme vegetative dei batteri, micobatteri, funghi e virus ma non tutte le spore batteriche.
Disinfettanti chimici organici
Tra i disinfettanti organici troviamo, per esempio:
- Gli Alcooli: i più utilizzati sono: isopropanolo, etanolo, n-propanolo o una combinazione di due tra questi prodotti.
Meccanismo di azione: L’attività battericida avviene attraverso l’effetto denaturante sulle proteine. Questa azione però si verifica solo in presenza di un’adeguata percentuale di acqua. L’attività biocida avviene a concentrazioni comprese tra il 60% e 90% in acqua.
Spettro di azione: attività germicida contro batteri grampositivi e gram-negativi, azione biocida contro virus variabile, non sono efficaci contro le spore batteriche (non sono quindi sporicidi). - Le Aldeidi: i più comuni sono: formaldeide, formalina, glutaraldeide.
Meccanismo di azione: Alchilazione di gruppi solfidrilici, carbossilici, aminici e idrossilici di costituenti dei microrganismi, con alterazione irreversibile della sintesi proteica e degli acidi nucleici.
Spettro di azione: Lo spettro di azione è ampio ma è legato ai tempi di contatto. - Composti d’ammonio quaternario: Cloruro di didecildimetilammonio.
Meccanismo di azione: penetra nella cellula del microrganismo e interferisce con la sua attività metabolica.
Spettro di azione: eliminano batteri, la maggior parte dei virus, ma non le spore batteriche.
Disinfettanti chimici inorganici
Alcuni esempi di disinfettanti inorganici sono invece:
- Gli Alogeni: cloro, composti del cloro attivo, ipoclorito di sodio.
Meccanismo di azione: agiscono a livello della cellula del microrganismo, ossidando gli enzimi indispensabili al metabolismo cellulare e denaturando le proteine protoplasmatiche.
Spettro di azione: Ampio spettro. L’efficacia è condizionata dalla presenza di materiale organico sulle superfici (inattiva la sostanza). In relazione della concentrazione e dei tempi di contatto, sono efficaci su batteri gram-positivi e gram negativi, virus, micobatteri e, in condizioni particolari sulle spore batteriche. - Gli Ossidanti: acido peracetico, perossido di idrogeno, ozono.
Meccanismo di azione: l’azione battericida, virucida, fungicida è resa possibile grazie al forte potere ossidante di questi principi attivi. Danneggiano i sistemi enzimatici dei microrganismi sia a livello della membrana cellulare dei microrganismi sia all’interno della cellula microbica.
Spettro di azione: principi attivi contro un gran numero di microrganismi, inclusi batteri, lieviti, funghi virus e spore.
I disinfettanti chimici più utilizzati
Nel gruppo degli alcooli: l’alcool etilico, o in alternativa l’alcool propilico, è uno dei prodotti più utilizzati in quanto è facilmente reperibile sul mercato e ha costi contenuti. Si trova in concentrazioni variabili tra il 60 e il 70% ed è utilizzato per la disinfezione di superfici.
Indicazioni per l’uso: i prodotti sono solitamente già pronti all’uso, vanno applicati sulle superfici e asciugati (ove necessario). Un loro utilizzo prolungato può indurire materiali in plastica o in gomma. Sono prodotti infiammabili vanno pertanto conservati e utilizzati come riportato sull’etichetta.
Nella famiglia delle Aldeidi troviamo la formaldeide e la glutaraldeide.
La Formaldeide è utilizzata in forma gassosa o in soluzione acquosa al 35%. Nella forma gassosa l’azione disinfettante perde efficacia in presenza di materiale organico. Una concentrazione al 40% di formalina viene solitamente utilizzata diluita in soluzione acquosa al 2,5%.
Indicazioni per l’uso: questa sostanza, anche a concentrazioni basse, è irritante per le mucose e a concentrazioni elevate è tossica.
La Glutaraldeide è disponibile in commercio in concentrazione variabili dal 0,5% – 2% sotto forma di liquido di color ambra. È una sostanza che viene utilizzata per disinfettare le strumentazioni mediche – chirurgiche che non possono essere sterilizzate in autoclave, in quanto non è idonea per la disinfezione di superfici e piani di lavoro.
I composti d’ammonio quaternario sono disponibili sul mercato a concentrazioni di 1,5-2,5% (per un uso di largo consumo) oppure al 10%.
Indicazioni d’uso: quando sono più concentrati devono essere diluiti in acqua. Sono prodotti irritanti e, in alcuni casi, anche corrosivi per pelle e occhi. Sono compatibili con quasi tutti i materiali (acciaio inox, metalli leggeri, ferro, ceramica) la loro azione perde efficacia in presenza di acque dure, residui organici, cellulosa e gomma.
Il Cloro e composti del cloro: come per esempio l’ipoclorito di sodio, più comunemente noto come candeggina o varechina, è disponibile sul mercato in concentrazione variabili tra l’1,5 e il 15%.
Indicazioni per l’uso: le sostanze con concentrazioni fino al 10% possono creare irritazioni agli occhi e alla pelle, i prodotti che contengono una concentrazione superiore al 10% diventano anche corrosivi.
Il cloro attivo rilasciato da acido ipocloroso è riconosciuto dall’ECHA (European Chemicals Agency) come sostanza biocida. È pertanto una sostanza che svolge un’azione lieviticida, battericida, fungicida, sporicida e virucida quindi efficace contro lieviti, batteri, funghi, spore, virus, muffe etc. Viene utilizzato in forma liquida (sversamento diretto sulle superfici) o nebulizzato direttamente nell’aria fino al raggiungimento della saturazione dell’ambiente.
Indicazione per l’uso: in caso di lunghe esposizioni può creare irritazione agli occhi e alla pelle. Si consiglia un utilizzo di questo prodotto solo indossando DPI idonei alla protezione degli occhi, delle mani, della pelle e delle vie respiratorie.
Gli ossidanti, come per esempio il perossido di idrogeno e l’ ozono.
Nella disinfezione ambientale il perossido di idrogeno è disponibile in diverse concentrazioni, dal 3% fino ad arrivare al 40%. Questa sostanza è riconosciuta come biocida dall’ECHA. Si considera prodotto idoneo alla sanificazione e disinfezione ambientale se applicato tramite macchinari specifici che sono in grado di vaporizzare/atomizzare/aerosolizzare il principio attivo.
Indicazioni per l’uso: le concentrazioni utilizzate per la sanificazione e la disinfezione ambientale possono essere tossiche per l’uomo, creare lesioni cutanee, problemi alle vie respiratorie e irritazioni agli occhi. È quindi necessario maneggiarlo seguendo le istruzioni del produttore e protetti da appositi DPI. Ad alte concentrazioni è corrosivo e può causare incendi o esplosioni.
Anche l’ozono generato in situ a partire da ossigeno tramite ozonizzatori o generatori di ozono è una sostanza con azione biocida in grado di inattivare virus ed efficace contro batteri, muffe, spore, funghi, etc.
Indicazioni per l’uso: l’ozono può provocare od aggravare un incendio, è letale se inalato, provoca ustioni cutanee, lesioni oculari e crea danni agli organi nel caso di esposizioni prolungate o ripetute per via inalatoria. Durante la sanificazione a causa del raggiungimento della concentrazione che garantisce l’attività biocida della sostanza, la quale che comporta il superamento dei limiti di esposizione considerati sicuri per l’uomo, gli operatori devono sempre indossare idonei dispositivi di protezione individuale (DPI).
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